L’albergo diffuso, l’ospitalità che valorizza i territori

L’albergo diffuso, l’ospitalità che valorizza i territori

28/06/2022 0 Di M. L..

L’Albergo Diffuso si rivolge ad un turismo interessato a soggiornare in un contesto urbano di pregio, sia esso il centro storico di una città o di un paesino, potendo godere di tutti i servizi alberghieri, come la colazione o il servizio ristorante, e di tutti i comfort della normale abitazione, compresa in alcuni casi la possibilità dell’uso della cucina.

Gli alloggi sono case e camere che distano non oltre 200 o 300 metri dalla reception, ma la cosa fondamentale è che sono ubicate in zone e borghi spettacolari del nostro Paese. Molte di queste locande sono nate infatti proprio con l’intento di riportare alla vita strutture abbandonate per rivitalizzare il tessuto sociale e le tipicità locali che altrimenti andrebbero perdute. Il concept punta alla valorizzazione del territorio.

Il modello di ospitalità “albergo diffuso” è stato messo a punto da Giancarlo Dall’Ara, docente di marketing turistico, ed è nato dall’idea di utilizzo a fini turistici delle case vuote ristrutturate coi fondi del post terremoto del Friuli (1976). L’idea di fondo, che poi è anche uno dei nobili fini dell’Albergo Diffuso, è quella di recuperare, ristrutturare e riqualificare qualcosa che esiste già e quindi di non alterare l’architettura del luogo in cui ci si trova.

E’ un prodotto tutto Italiano molto apprezzato dagli stranieri.

E’ sempre più vero che c’è un’attenzione maggiore nei confronti di un turismo sostenibile e responsabile verso l’ambiente, un desiderio di destinazioni e alloggi alternativi che regalino esperienze piuttosto che semplici vacanze, e queste tendenze si sposano perfettamente con la natura e il modus operandi dell’Albergo Diffuso.

In Italia sono molte le strutture ufficialmente riconosciute come modelli di ospitalità diffusa, ma i primi “esperimenti risalgono al 1994 e 1995, rispettivamente a Sauris (Friuli Venezia-Giulia) e Bosa (Sardegna). Tra le più note sicuramente il Sextantio, in Abruzzo, nato dall’idea dell’imprenditore italo-svedese Daniele Elow Kihlgren, che ha messo in atto il recupero del borgo di Santo Stefano di Sessanio, successivamente nei Sassi di Matera ha recuperato un vicinato di 18 grotte, e ora lavora per estenderlo anche ai borghi di Castel del Monte e Rocca Calascio.

#foto di copertina: albergo diffuso “Le Dimore dell’Idris” – Matera